Viaggio nella geografia Dantesca: inferno

Si narra che un dì, il grande Dante Alighieri in persona abbia fatto, in qualche modo, un viaggio attraversando Inferno, Purgatorio e Paradiso. Alcune fonti riportano addirittura come il poeta stesso abbia sostenuto che la sua produzione non fosse solo frutto di un’ispirazione letteraria, ma ancor più di un’ispirazione divina.

Dante in Purgatorio

A confermare questa tesi vi sarebbero le affermazioni della mistica italiana Natuzza Evolo, che di Alighieri sosteneva che avrebbe passato ben 300 anni in Purgatorio, per non aver riportato correttamente alcune informazioni di quella che sarebbe stata un’esperienza da Dio ispirata.

Il poeta avrebbe, in particolare, “inserito ingiustamente nella Divina Commedia alcune anime nell’Inferno o nel Purgatorio in base alle sue simpatie o antipatie personali”.

Viaggio nella geografia dantesca: alle porte di Gerusalemme

Da qui comincia un viaggio nella geografia dantesca, dalla scintilla dell’ispirazione divina che ci è lasciata nella Divina Commedia. Questo viaggio vorrebbe iniziare dal punto in cui comincia il viaggio dantesco, ovvero sotto le mura di Gerusalemme, dove si troverebbe la porta dell’Inferno.

Perché proprio lì? È curioso che, di fatto, esista una valle, non lontana dal monte Sion, che cinge Gerusalemme a sud ovest detta “Geenna”, nome che Gesù usa per indicare l’inferno e il suo fuoco eterno. Questa valle è detta anche i Wādī en-Nār, o “valle del fuoco”.

Porta inferno
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Tal valle, per essere diventata sede del culto di Moloc, che imponeva la pratica di far passare per le fiamme i bambini, fu proclamata anatema dal re Giosia, e quindi adibita a scarico dei rifiuti della città, comportando l’uso del fuoco.

Anche se non possiamo certo dire che quella valle corrisponda all’inferno, Dante, col suo viaggio di altissima ispirazione artistica e forse – chissà – in un certo senso spirituale, ci fornisce degli elementi curiosi per tracciare le “linee” di una dimensione spirituale che si intersecano con degli elementi geografici a noi conosciuti, con una struttura vera e propria.

La bocca dell’Inferno

Mettiamo ad esempio che propri vicino Gerusalemme Dante immagini la porta dell’inferno: perché proprio lì? Gesù è morto a Gerusalemme, luogo del supplizio di tanti profeti, ma lì è anche risorto per la vita eterna, sconfiggendo la morte. Ebbene, sarebbe proprio presso Gerusalemme che, secondo Dante, sarebbe stato precipitato Satana, il serpente antico. Lo stesso serpente che Gesù ha schiacciato sotto il calcagno ed ha sconfitto per sempre.

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La linea di San Michele Arcangelo

Un altro elemento curioso è quello della “linea di San Michele Arcangelo” che, secondo la leggenda, sarebbe il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno. Si tratta di una linea immaginaria che va dall’Irlanda fino in Israele, passando per 7 diversi santuari, tra cui: Skellig Michael, Saint Michel’s Mount, Mount Saint Michel, Sacra di San Michele, Santuario di Monte Sant’Angelo, Monastero di Symi, Monastero del Monte Carmelo. Questa linea si ferma esattamente davanti Gerusalemme.

Linea San Michele Arcangelo
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In questo viaggio su un’ipotetica mappa geografica teorica, dove fantastichiamo su alcuni indizi che potrebbero darci nuove informazioni o solo nuovi dubbi, cercheremo ancora di indagare i misteri racchiusi nel poema dantesco, che si intersecano tra fede, fantasia ed elementi di realtà.

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