Ciclo di racconti brevi: Amore (Laurie e il vento)

Laurie era una creatura fragile. Ultimamente se ne stava sola. Le piaceva uscire il primo pomeriggio a fare una passeggiata, con la musica nelle orecchie, anche se lei usava lettori musicali.

La musica lei la sentiva dentro di sé. Non erano note distinte, era piuttosto un sottofondo che riusciva a percepire quando era sola con sé stessa e fuori c’era silenzio. Da qualche tempo quella musica, quel sottofondo della sua anima aveva assunto una tonalità malinconica, come se invece di riempirla, le facesse venire il vuoto allo stomaco. Il suo posto preferito si raggiungeva passando in un campo di grano vicino casa. Per raggiungerlo percorreva un selciato bianco che tagliava in due il campo fino ad una vecchia quercia, dove il nonno, quando era piccola, aveva appeso uno pneumatico con una corda.

Così quella, da quando era bambina, era la sua altalena e il suo rifugio dal mondo. Quel giorno se ne stava lì, a rosicchiare una spiga. Lasciava che il vento caldo e asciutto le scompigliasse un po’ i capelli, e con la musica nel cuore, respirava il vento, e chiudeva gli occhi. Le sembrava di respirare il tutto e di essere il niente, di sparire, di annullarsi. In qualche raro momento scompariva, non sentiva più il suo corpo e il suo viso si increspava in un lieve sorriso. Lei era solo quel sorriso. Allora allargava le braccia, e iniziava a danzare, a volteggiare leggera. Le piaceva quando il suolo era secco e c’era vento caldo. Le piaceva perché dentro sentiva freddo, era come se al posto del suo cuore ci fosse un pozzo profondissimo da cui uscivano onde fredde e amare, che coprivano quel po’ di felicità che, forse, si nascondeva là in fondo, chissà dove.

 – Dove stai andando?
Udì questa voce, nei suoi pensieri.
– Viaggio.
– E dove?
Non so, dove mi porta il vento.
– E dove vorresti andare?
– Lontano, nel deserto.
Senza accorgersene, aveva cominciato questa conversazione nella sua testa, e si rese conto che quella voce aveva preso corpo; le sembrò che venisse da dentro di lei ma allo stesso tempo da qualcosa, da qualcuno che era altro da lei.

– Sono qui – sentì di nuovo.

Aprì gli occhi. Davanti a sé si stagliava per chilometri il deserto. Il sole stava tramontando. Da lontano sembrava un’arancia, un tuorlo d’uovo luminoso e lo si poteva guardare qualche istante in più senza che desse fastidio agli occhi. Tutto questo era davvero stano. Ma dov’era quella voce? Chi era?

Non ti vedo…
– Non ha importanza.

– Chi sei?
– Tu chi vuoi che io sia?
– Il vento.
– Allora sarò il vento- rispose lui.
– Se sei il vento, dove vai? – disse mentre tra i suoi capelli volava un po’ d’aria tiepida.
– Dove nessuno sa.
– Speravo di poter parlare con te, un giorno. Perché proprio oggi?

– Perché no?
Già. Perché no? Forse le cose più belle accadono così, quando meno te lo aspetti.
– È tanto che ti cerco- disse lei.
– È tanto che ti amo- rispose lui.
– Mi ami?
– Più di quanto tu immagini.
– E io ti amo?
Sì, ma io di più – rispose il vento.
– Più di quanto ti amo io?

– Più di quanto mi ami tu.
– Come fai ad amarmi?
– Perché ti conosco.
Si deve conoscere qualcuno per amarlo? Oh sì, più di ogni altra cosa bisogna conoscersi. – Da quando?
– Da sempre.
Laurie ci pensò un po’. – Ma sempre… Da prima che nascessi?
– Esatto.
– E sapevi che sarebbe stato oggi…
– …Da sempre -. Ma il vento esisteva da sempre?
Avrebbe potuto chiedergli come si chiamava, qualera il suo colore preferito. Poi gli chiese:
– Sei felice?
– Sì – disse il vento – io invece so che tu non sei felice.
– Ti sbagli.
– Io non posso sbagliarmi, io ti conosco più a fondo di chiunque altro. Ti conosco meglio di come tu conosci te stessa. Ma non devi preoccupartene.
– Perché?
– Perché lo sarai.
Si fece pensierosa. – Tu mi hai portato qui. Io cosa posso fare per te?
– Potresti continuare a credere in me?

– Certo! – Che richiesta semplice! Come si poteva smettere di credere nel vento?
– Tu mi ami così tanto. Io cos’altro posso fare?
– Puoi continuare ad amarmi?
– Oh si! – di certo non l’avrebbe mai dimenticato.

– Anche quando mi cercherai e non mi troverai?
– Sì -. Si fece un po’ triste pensando che il suo amico se ne sarebbe andato e lei non l’avrebbe trovato. – Mi mancherai.
– Ma io sarò sempre con te. Io sono dentro di te.
Il vento era dentro di lei. Probabilmente era stato così da sempre. Pensò che non aveva mai parlato con qualcuno che la conoscesse fino in fondo, che quindi non doveva fare alcuno sforzo per farsi capire.
– Ho paura.
– Lo so – rispose lui.
– Però non so di cosa.
– Io sì. Tu hai paura della vita.
– Della vita?
– Esatto. La gente crede di aver paura della morte, mai in realtà ha paura di affrontare la vita, degli sforzi per viverla davvero e soprattutto della sofferenza. La morte non è che un momento di passaggio, un millisecondo.
Laurie rimase un po’ turbata. – E come farò a vivere se ho paura?

 

– La medicina che scaccia la paura è l’amore.
– Cos’è di preciso… l’amore?
L’amore è principio e fine. È da dove vengono tutte le cose. È salvezza, è dono, è felicità. L’amore è luce e vita. È bellezza, perché è tutto ciò che di bello si possa immaginare. L’amore è così generoso che non rimane in sé stesso, ma va ad abitare negli uomini. Come un fuoco che brucia nel cuore senza scottare. L’amore è anche simile al vento, perché non si vede ma quando arriva sconvolge tutto. L’amore è volere del bene. L’amore non avrà mai fine.
– Io pensavo di sì.
– Lo so. Molte persone pensano che abbia un inizio e una fine. In realtà non ha né l’uno né l’altra.
– Tu lo conosci l’amore?
– Sì.
– E com’è?
– Beh… è molto bello.
– Di che colore ha gli occhi?
– Qual è il tuo colore preferito?
– Verde.
Allora l’amore ha gli occhi verdi. Verdi come il mare, l’erba, le foglie.
– Mi piacerebbe vederlo un giorno, l’amore.
– Oh, lo vedrai!
Laurie si fermò a pensare e, senza sapere bene il perché, le scese una piccola lacrima di gioia, forse la prima, nella sua vita.

 Il vento le disse:
– Sai, si dice che tutte le lacrime delle persone le raccolgano gli angeli.
– Davvero?
– Davvero. Tu non li hai visti, ma io li vedo.
– E dove vanno a finire?
-Vanno dall’amore che le raccoglie tutte.
Ci pensò un attimo. – Quali sono quelle che preferisce?
– Perché me lo chiedi se conosci già la risposta? Sono quelle di gioia.
– E che ci fa?
– Gli servono tutte per ricordarsi. Per ricordarsi di chi consolare di più quando un giorno lo incontrerà.
– Glielo puoi dire tu, vento?
– Che cosa Laurie?
– Che lo amo. Me ne sono innamorata.
– Glielo dirò.
– Ma l’amore ha anche una bocca?
– Si – rispese il vento ridendo. – Perché?
– Perché voglio baciarlo.
– Lo bacerai – rispose.
– E quando?
– Quando ti innamorerai e bacerai la persona che ami. Baciando lui bacerai l’amore che vive in lui.
– Ma io voglio baciare quello vero!
– Lo vuoi davvero?
– Davvero.
Il vento tacque e Laurie aprì gli occhi. Era di nuovo nel campo vicino alla quercia e il sole all’orizzonte sembrava non essersi mosso e il tempo essersi fermato. 
– Che cos’è il tempo?
– Il tempo è una dimensione che non si ripete mai e nella quale non è possibile tornare indietro, in cui accadono gli eventi. Dura un po’, ma poi come è iniziato finisce. Per l’amore però il tempo è come un attimo, un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno. L’amore è così grande che è sia dentro che fuori dal tempo.

Pensò che il vento sembrava sapere molte cose, e saperle per davvero. Così gli chiese ancora.
– Che cos’è la felicità?
– La felicità è amare ed essere amati. E più il sacrificio fatto per amore è grande, più la felicità che ne conseguirà sarà grande a sua volta. Sai, l’amore è l’unico in grado di morire per amore e di ridarsi vita, perché è la vita stessa. E la forma più grande d’amore è proprio questa: sacrificarsi per amore.
– E la libertà?
Anche la libertà è una conseguenza dell’amore. Solo la verità può farti libero davvero e l’amore è verità. È saper agire secondo verità. Ma è anche possedere l’amore nel proprio cuore, che scacci tutto il male. La libertà non è essere privi di sofferenza, ma è vivere una sofferenza pura e consapevole. Libertà è consapevolezza, e la consapevolezza a volte è sofferenza. Solo l’amore può avere la consapevolezza assoluta, di tutto ciò che esiste, perché solo l’amore ha la forza necessaria per sopportarla, perché l’amore è forza. Come vedi tutte queste cose sono legate all’amore, perché tutto capitola in lui.

– E il male? Esiste il male se l’amore è così grande?
– Il male è carenza d’amore, o la sua assenza. Sai, l’amore è così grande che ha creato ogni cosa; tuttavia non ha creato il male. Ha creato ogni cosa altra da sé e quindi, non essendo perfetta, perché l’amore e solo lui lo è, può sbagliare e scegliere il male. Può rimediare e sceglierlo di nuovo, oppure può scegliere di rifiutarlo, e così vivrà per sempre senza di lui. Questa è la vera morte. Questo è il vero male. Senza amore non c’è vita, c’è una morte eterna senza luce, senza gioia. Sapessi come lui soffre perché ciò che ha creato gli si allontana per sempre. Preferirebbe morire mille e mille volte per impedirlo. Sai, in effetti l’amore ha amato i suoi simili più di se stesso.
-Vento?
-Sì?
– Ma l’amore quindi è davvero una persona?
Certo, l’amore è anche una persona. 
– Me lo immagino come un ragazzo bellissimo con gli occhi verdi. Gentile e serio, saggio come un nonno e semplice… come un bambino.
– È anche così.
Si chiese tra sé se anche l’amore le volesse bene.
– Anche lui ti ama. Non potrebbe fare altrimenti, lui è l’amore stesso.
– Non voglio perderlo. Ho più paura di perdere lui che di qualsiasi altra cosa.
– Lo so. Anche questa è una paura comune, anzi, la più comune e la più profonda dell’uomo. Ma non devi preoccuparti, non lo perderai. Finché ci sarà amore dentro di te, lui sarà con te. Quindi ama. Ama chi ti sta intorno come ami te stessa e ama l’amore con tutta te stessa. Perché è questa la chiave che apre alla felicità e alla vera vita. Poi un giorno starai con lui per sempre. Perché è questo che lui vuole più di ogni altra cosa per te. Stare con te per sempre, perché è il tuo unico modo per essere felice. Ed è anche perché ti ama, e quando ami una persona vuoi stare con lei per sempre. Ora devo andare.
Ti incontrerò di nuovo?
Aprì gli occhi. Il viso era ancora radioso, ma la gioia si mutò in tristezza. Il vento se ne era andato e le aveva parlato così a lungo dell’amore che ne voleva sentir parlare ancora e ancora, voleva che la portasse da lui. Così si mise a chiamarlo prima piano, poi sempre più forte, con tutta la forza che aveva. Ma il vento non le rispose. Aspettò e aspettò ancora. Mentre se ne stava andando, una voce la chiamò: era la voce del vento. Si girò. Un ragazzo con due bellissimi occhi verdi, la saggezza di un vecchio e la semplicità di un bambino la stava guardando. Poi si avvicinò e disse:

Sono io l’amore.
La baciò e in un fruscio scomparve.

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