Una psicoterapeuta e la fede: perché scelta e non bisogno

Su cosa sia la fede tutti ne possono parlare, poiché ognuno affronta questo tema ad un certo punto nella sua vita. Ma chi meglio di uno psicologo può indagarne il risvolto sociopsicologico? Una psicologa psicoterapeuta ci parla del suo concetto di fede, del dubbio che la accompagna e della volontà di adesione che ne fanno una scelta.

psicologa fede
Una psicologa ci parla della fede: un connubio di cuore e mente – Yerushalayim.iy

Una psicoterapeuta sulla fede: il dubbio che porta alla scelta

“Penso che la Fede debba aggiungere qualcosa di importante nella vita della persona che crede. Altrimenti che senso avrebbe? Che questo qualcosa la renda anche più bella per me dà senso al credere. Più bella perché in grado di superare la propria natura, i propri limiti di carattere, costituzione, di educazione, cultura. Penso che chi ha Fede diventi in grado di superare i limiti della propria stessa natura: non più un essere vivente soggiogato dai propri bisogni primari, dai propri impulsi, dalle proprie inclinazioni ed emozioni, dai vincoli stessi imposti dalla propria natura umana, ma in grado di superarli, di affrancarsi, di andare oltre. La persona che coltiva la Fede diventa in grado di acquisire la capacità di guardare la realtà con occhi diversi, con gli occhi di chi non si pone al centro dell’universo, ma mette l’umanità intera al centro della sua esistenza. Il suo IO diventa un NOI e, in virtù di questo superamento della dimensione egocentrica di sé e del mondo, riesce ad assumere un punto di vista più alto e quindi, più ampio. Vedo le persone che per Fede o per un livello di conoscenza e consapevolezza maggiore, acquisito grazie allo studio, alla lettura, al confronto, molto più belle, molto più piene, raggianti di luce diversa.

“Un’imperfezione amata”

Solo ammettendo ed accettando i nostri limiti, la nostra imperfezione, apriamo la strada al cambiamento. Oppure prepariamo la strada alla resa, alla autocommiserazione, al senso di colpa, preludio per un atteggiamento depressivo e rinunciatario. Ma il fatto di essere una imperfezione amata squarcia le tenebre della mente umana, apre nuovi orizzonti allo spirito e al cuore. Sentirsi amati senza condizioni, rappresenta il bisogno spirituale fondamentale degli esseri viventi. E l’amore….li farà liberi.
La psicoterapia attinge ad un atteggiamento di accoglienza senza riserve dell’altro, privo di pregiudizi ed in questo ha molto da imparare dal messaggio cristiano dell’Amore incondizionato. E in fondo….saremo giudicati dall’amore.

Fede non è “ignoranza”

Fede però non è ignoranza. Ritengo che ognuno nella sua posizione, con i suoi interessi, le sue passioni, le sue doti e capacità, può aderire con tutto il suo essere alla Fede e viverla in pienezza mettendoci dentro l’anima, il cuore, la mente, il corpo. L’ignoranza invece può favorire un atteggiamento fideistico più che di fede, l’atteggiamento di chi rinvia completamente ad una entità esterna (dei, Dio, oroscopo, tarocchi…) la responsabilità degli eventi e delle vicende del mondo. Ritengo invece che ogni essere umano possa e debba assumersi la responsabilità della conoscenza, della comprensione, della competenza professionale, della gestione della cosa pubblica. E per fare tutto questo ci vuole studio, preparazione, esercizio mentale, sforzo e tenacia.

E’ stata illuminante per me la lettura del libro “Vita Activa” di Hannah Arendt, dove sviluppa proprio la tesi per cui “la grandezza , il significato specifico di ogni atto, si trova solo nell’esecuzione e non nella motivazione”…” perché l’agire consente il rivelarsi del “chi” dell’attore nei suoi scopi, nei suoi motivi, nei suoi interessi. Il Cristo non ha fatto Catechismo, non ha rivelato un pensiero filosofico-politico, non ha vissuto “devotamente”, ha incarnato nella Sua Vita Activa ciò in cui ha creduto. Ha testimoniato la Sua grandezza attraverso la Sua esitenza, le sue scelte, le Sue azioni. Ha agito. Poi chi è venuto dopo di Lui ne ha fatto dottrina.

Un salto nel buio

La mente umana produce la realtà sulla base della propria struttura, delle proprie modalità di funzionamento. Arriva a scoprire le leggi del mondo costruendole sulla base dei propri meccanismi neurali e mentali. Dice la Arendt che le leggi della logica umana sono radicate nella struttura del cervello umano. La mente umana è predisposta a cercare il senso delle proprie esperienze, le regole generali del mondo. E’ predisposta alla rielaborazione delle esperienze ed a continui e successivi processi di ridescrizione delle rappresentazioni mentali (a dirla come la direbbe la Karmiloff-Smith). Questo reiterato processo di rielaborazione di informazioni e pensieri ci consente di accedere a livelli successivi e via via più generali (o spirituali in un’ottica di Fede) di riflessioni su di Sé, sugli Altri, sul mondo, sul senso della sua esistenza. In questo processo di affrancamento dal dato concreto e dal momento presente, prende avvio il suo sforzo di autorealizzazione, di superamento del limite, il suo anelito spirituale. Ciò è patrimonio comune di tutti gli esseri umani. Chi con un atto di fiducia aderisce alla Fede, compiendo un salto nel buio, rende possibile la sperimentazione di nuovi orizzonti e, in virtù della Grazia elargita dalla Fede, rende possibili nuove forme di esistenza che lo portano ben oltre i propri umani limiti.

Il dubbio e il mistero della vita

Che la vita sia un mistero dovremmo esserne tutti consapevoli e convinti. Ci sforziamo per poterne comprendere le regole di funzionamento, per poter definire le regole di causa ed effetto degli eventi e siamo anche riusciti a farlo in molti ambiti che poi si sono rivelati utili per migliorare la qualità di vita di tutti. Ma guai se ci lasciamo prendere dalla arroganza, dal fascino delle certezze raggiunte. Guai, perché la vita ci pone davanti sempre nuove sfide che sconvolgono le nostre certezze (vedi l’attuale pandemia).
Coltivare una “sano pensiero perplesso” ci renderebbe più accorti nelle nostre convinzioni e quindi più aperti a nuove verità e conoscenze.

Altro conto è il pregiudizio, un giudizio negativo elaborato a priori. Il dubbio invece è la condizione mentale, nota sin dall’antichità, per la quale si cessa di credere ad una certezza, o con cui si mette in discussione una verità o un enunciato. E’ un atteggiamento di questo tipo che ci fa aprire a nuove realtà e conoscenze. Ma la mente umana ha bisogno di certezze e allora se le costruisce.

“Bisogno o scelta?”

Tra le due preferisco la scelta. La Hannah Arendt nel suo libro “La vita della mente” assimila la scelta alla “Volontà”. Mentre il bisogno conduce alla ricerca di soddisfazione del bisogno stesso, la scelta e la volontà presuppongono invece il superamento del bisogno, l’intervento di intelletto, intelligenza, discernimento, sforzo e, perché no, sofferenza volontaria. Io penso che il Cristo non abbia avuto “bisogno” di credere e che non si sia fatto crocifiggere per il bisogno di trovare un senso alla propria esistenza. Penso (o mi piace pensare) che abbia consapevolmente scelto di “rendersi servo” per portare la Salvezza all’umanità con il Suo esempio.
Preferisco aderire alla Fede arrivandoci con il dubbio e con la consapevolezza di un atto di libero arbitrio e di volontà patita piuttosto che per Catechismo e devozione.”

A.S. Psicologa e Psicoterapeuta

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