Medjugorje, Papa Francesco ha reso permanente la presenza dell’arcivescovo Hoser. Nessuna pronuncia ufficiale sull’autenticità delle apparizioni. Il Vaticano potrebbe separare il santuario dalla diocesi di riferimento. L’articolo pubblicato su “Il Giornale” a cura di Giuseppe Aloisi
Papa Francesco potrebbe aver superato parte dello scetticismo su Medjugorje. Oppure no. Bergoglio si era riservato per sè qualunque decisione riguardasse il luogo di pellegrinaggio sito in Bosnia ed Erzegovina.
La scelta di oggi, quella di rendere permanente la presenza dell’inviato pontificio, potrebbe suggerire solo che il Papa ritiene necessario “indagare” ancora. Di sicuro Bergoglio non vuole che i fedeli restino senza accompagnamento e cura pastorale. “Si tratta – ha dichiarato il portavoce del Vaticano – di un incarico esclusivamente pastorale, in continuità con la missione di Inviato Speciale della Santa Sede per la parrocchia di Medjugorje, affidata a monsignor Hoser l’11 febbraio 2017 e da lui conclusa nei mesi scorsi”.
A Fatima, durante la visita pastorale al santuario mariano, il pontefice argentino si era espresso così su Medjugorje:”Si deve continuare a investigare sulle prime apparizioni, quando i veggenti erano ragazzi. Sulle presunte apparizioni attuali ci sono dubbi. E io stesso, forse sono cattivo, preferisco la Madonna madre e non la Madonna a capo dell’ufficio telegrafico, che tutti i giorni invia un messaggio telegrafico a tal ora. Questa non è la mamma di Gesù e queste presunte apparizioni non hanno tanto valore”.
La “Madonna postina” è un’espressione già entrata nella storia di questo pontificato. Papa Francesco, stando all’interpretazione riportata da Avvenire, era sembrato incline a ritenere credibili solo le prime sette apparizioni. Così come la Commissione internazionale d’inchiesta. Discorso diverso, invece, per tutte quelle che si sarebbero susseguite dopo.
Il Vaticano, del resto, non si è ancora pronunciato ufficialmente. L’esigenza da soddisfare in tempi brevi, come sottolineato da La Stampa, è quella di non lasciare soli i pellegrini. Questa, quindi, sarebbe l’unica motivazione alla base della scelta riguardante l’arcivescovo Hoser che, com’è stato specificato, risiederà lì.
“La nomina – ha sottolineato Greg Burke, il portavoce della Santa Sede – non entra nel merito dell’autenticità delle apparizioni, cioè non riguarda la questione dottrinale, ma semplicemente la cura pastorale dei fedeli locali e dei pellegrini che vi si recano in grande numero”. L’arcivescovo polacco, però, è favorevole al riconoscimento delle apparizioni. Contrarissimo, invece, è il vescovo Ratko Peric. L’ordinario della diocesi di Mostar-Duvno ha più volte dichiarato di non credere all’autenticità del fenomeno.
Per qualunque dubbio sulla soprannaturalità dei fenomeni in questione, si rimanda ancora alla dichiarazione di Zara del 1991: quella che prevede la necessità di indagini. “Il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito – ha evidenziato di recente lo stesso Hoser – e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie”. La Santa Sede, in attesa di pronunce ufficiali, potrebbe decidere di “separare” Medjugorje dalla diocesi di Mostar. In questo modo sarebbe più semplice seguire i circa due milioni di pellegrini che, ogni anno, si recano al santuario.
Paolo Brosio, intanto, ha parlato di “decisione epocale”. “Al di là dei tecnicismi con i quali la Santa Sede ha comunicato la nomina di Hoser – ha spiegato il giornalista, che è devotissimo Medjugorje – di il punto è che il vescovo Ratko Peric, che ha sempre mostrato ostracismo nei confronti delle apparizioni mariane, viene messo fuori gioco”.