Papa Francesco ha visitato le Clarisse del Monastero di Vallegloria, a Spello, gravemente danneggiato nel terremoto del ’97 e riaperto nel 2011

Papa Francesco ha compiuto oggi una visita privata al Monastero di clausura delle Clarisse a Vallegloria, Spello, in provincia di Perugia e nella diocesi di Foligno, per incoraggiare le suore di clausura, la vita contemplativa e condividere con loro l’Eucaristia, la preghiera e il pane. Lo ha comunicato la sala stampa della Santa Sede in una nota.

Già nel 2016 le suore avevano lasciato il convento per la prima volta per per raggiungere Papa Francesco a Roma e pregare insieme per i terremotati di Lazio, Marche e Umbria. Ora è stato il Pontefice a recarsi da loro. Le clarisse all’epoca erano ventiquattro in totale, tutte italiane tranne tre filippine, più una novizia e due postulanti, e furono accompagnate dal vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, con il quale avevano raggiunto la Casa Santa Marta, partecipato alla messa celebrata dal Pontefice e pregato. Oggi le foto ne ritraggono ventisei, accompagnate sempre da monsignor Sigismondi.

Il monastero è stato riaperto nel 2011 dopo che il terremoto del 1997 lo avevano gravemente danneggiato, assieme alla chiesa di Santa Maria di Vallegloria dove dal XIV secolo risiede la Comunità delle Clarisse, lo stesso che sconvolgendo Umbria e Marche fece crollare la volta della Basilica superiore di San Francesco d’Assisi. Nonostante i terribili colpi inferti all’edificio di residenza, le monache, nel rispetto della propria clausura, non avevano abbandonato il complesso riunendovi in container posizionati nell’orto. Con la forza della fede e la tenacia hanno quindi continuato a vivere quel luogo incuranti delle difficoltà logistiche provocate dallo stato di emergenza.

La comunità delle clarisse di Vallegloria è stata in quell’occasione costretta prima ad alloggiare nelle tende e poi a vivere per quattordici anni in un container sistemato nell’orto del monastero, senza rompere l’impegno della clausura. Nel 2011 finalmente sono riuscite a rientrare nelle loro celle e oggi rappresentano in qualche modo un simbolo. “Sono religiose che vivono nella semplicità, nell’umiltà e nella libertà”, aveva detto a Roma il vescovo Sigismondi a Papa Francesco, che aveva colloquiato con loro in segno di vicinanza per tutte le claustrali del mondo.

Monsignor Sigismondi ha poi commentato spiegando che “il Papa mi aveva manifestato più volte l’idea, poi ho capito che il viaggio aveva preso forma perché, nel nostro ultimo incontro, il Santo Padre mi ha mostrato di sapere precisamente distanza e tempo di percorrenza del viaggio per Spello. Alla Vigilia di Natale ho conosciuto il programma e questa gioia che non potevo condividere con nessuno ha segnato tutte le celebrazioni di questi giorni”.

F. G.

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