Ogni albero si riconosce dal frutto. Racconto ispirato al Vangelo di oggi, Domenica 2 Marzo 2025. “Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo”. Si raccontava la storia di un’altissima quercia, che si vantava della sua altezza: “Sono alta, forte e robusta e ho visto tante cose, nel tempo”. Sotto quella quercia era nata una piccola pianticella di fragole, silenziosa e umile…
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
Ogni albero si riconosce dal frutto.
Racconto ispirato al Vangelo di oggi, Domenica 2 Marzo 2025
Si raccontava la storia di un’altissima quercia, che si vantava della sua altezza: “Sono alta, forte e robusta e ho visto tante cose, nel tempo”. Sotto quella quercia era nata una piccola pianticella di fragole, silenziosa e umile. La quercia a volte, dalla sua altezza la sbeffeggiava, e diceva alla piccola pianta di fragole: “Sei nata da così poco e vuoi già saperla più lunga di me? Tra poco arriverà il caldo e seccherai, io invece sono qui da anni. Sapesse quante pianticelle ho visto come te, spuntare e andarsene in breve tempo”. Un giorno passò di lì un pastorello affamato, che non mangiava da molto. La quercia gli disse: “Mangia i miei frutti, io sono alta e robusta, se ne mangerai diventerai come me!”. Ma la quercia era troppo alta e i suoi frutti indigesti. Il pastorello, però, notò la piccola pianta di fragole e ne mangiò. Allora la pianticella prese a dire: “Non ne averne a male, quercia. È vero, la mia vita è più breve della tua, ma il buon Dio mi ha voluto fare ricca di frutti succulenti. Non conosco il trascorrere delle stagioni e del tempo, ma so cosa vuol dire donare”. E poco dopo, seccò. Si dice che da quella volta quella quercia altezzosa non proferì parola per molto tempo. Un giorno, però, si mise a raccontare la storia della piccola umile fragola, che è giunta fino a noi.