“Pregate sempre, senza stancarvi mai”: la preghiera costante

La preghiera costante – Yerushalayim.it

“Pregate sempre, senza stancarvi mai”(Luca 18,1): questo invito risuona sempre nuovo nella vita di un cristiano. La preghiera è linfa per l’anima, è nutrimento per la sua salute. Senza la preghiera costante, l’anima si inaridisce, le ferite non guariscono, il peccato si calcifica. Cosa vuol dire pregare continuamente?

Vuol dire di certo pregare, supplicare Dio per sé e per il prossimo con preghiere, ma è anche un atteggiamento dell’anima. Pregare significa riconoscersi bisognosi dell’aiuto di Dio. È avere lo sguardo rivolto verso l’alto, è convertire la lamentela in supplica, è guardare a Chi può trasformare la nostra vita con la sua azione di grazia. Pregare, quindi, è anche la disposizione dell’animo verso Dio, con ringraziamenti, suppliche e dialogo confidente e costante. La preghiera non è solo una richiesta, ma è un rapporto intimo con Dio, è sapere che Egli ci è vicino in ogni momento della nostra vita.

È sapere, secondo il santo Timor di Dio, di essere sempre alla Sua presenza, nei pensieri e nelle azioni. È saperlo ringraziare per ogni beneficio, Lui che nulla permette senza il Suo consenso e per un bene maggiore (“tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”, Rm 8,28).

Inoltre, è saper consolare Gesù. In che senso? Consolare Gesù è rivolgergli con amore il nostro cuore, sapendo che non solo le creature hanno bisogno del Creatore, ma che anche Dio ha bisogno del nostro amore. Disse Gesù ad Alexandrina Maria Costa: “Non hai compassione di Me? Sono nei tabernacoli tutto solo. Tanto schernito, abbandonato e tanto offeso. Và a consolarmi ed a riparare: ripara tanto abbandono. Visitare i carcerati e consolarli è opera buona. lo sono carcerato per Amore. lo sono il carcerato dei carcerati”.

Cosa è quindi la preghiera? La preghiera è anche una buona azione, rivolta verso il prossimo e Dio. Un’azione di misericordia secondo la sequela del Vangelo, un’azione concreta, che sia il rivolgersi a Dio oppure fare attivamente qualcosa per Lui e prossimo. Questa forse è la forma di preghiera più difficile, quella fattiva. Sapendo che dove non arrivano le proprie mani, Dio guarda nei cuori e agisce, secondo quel “sia fatta la tua volontà”, o quel “pensaci tu”, che è l’affidamento che Dio desidera dai suoi figli.

La fiducia è infatti la disposizione di cuore che più lo commuove e lo spinge ad operare: “L’anima che Mi è più cara è quella che crede fermamente nella Mia bontà ed ha piena fiducia in Me: le ricambio la Mia fiducia e le do tutto quello che chiede”, disse Gesù a Santa Faustina Kowalska.

Pregare con fiducia e riponendo ogni speranza in Dio è speranza certa di essere esauditi e di riuscire ad affrontare ogni avversità con il suo aiuto.

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