La finestra sul Regno di Dio
Se ne stava pensoso, sul ciglio della finestra, a pensare a come tutta la gran tribolazione da cui veniva sembrasse passata. Gli anni delle vacche magre erano passati, e lui si era fatto una tempra di preghiera e mortifcazione. Quel periodo l’aveva così tanto formato e segnato che era arrivato a pensare di non meritare nulla, nè la salvezza, nè l’amore altrui. Dio l’aveva benedetto con tormenti intimi fortissimi, tanto da desiderare la morte di quel corpo malato nel profondo, più che una vita serena. Aveva così tanto bramato le cose del Cielo che ora importavano solo quelle. A volte aveva passato ore a meditare la morte, il suo mistero liberatorio, e a combattere contro l’insano istinto di procurarsela. Ma ora tutto era diverso.
Come Dio dette a Giobbe e Nabucodonosor nuova gloria e un nuovo inizio, così ora era per lui, e gli sembrava di star godendo in parte ciò che gli sarebbe spettato dopo, o semplicemente che Dio avesse ascoltato la sua preghiera di riscatto. Aveva disperato, ma anche sperato nell’impossibile, ed ora gli sembrava che un po’ di quel bene che aveva sperato, Dio glielo avesse concesso. Gli aveva chiesto una vita nuova, gli aveva chiesto di poter fruire in parte già su questa terra, dei benefici di quella Vita Eterna che forse si era guadagnato, non per merito, ma per sofferenza e resistenza in essa.
Chissà, forse avrebbe fatto davvero quelle grandi cose che gli avevano predetto. Ciò che sapeva è che ora aveva accanto un amore, forse quello della sua vita, e che questo non poteva che essere un dono di Dio. Erano due, una coppia. “A due a due” li aveva scelti poiché andassero e portassero frutto. Dalla finestra filtravano i raggi di un ottobre nuovo. Lontano da casa, dal luogo dove aveva più sofferto. E se un giorno gli si fosse dischiusa la porta del Paradiso, forse pensò che già l’aveva oltrepassata, nel momento in cui ci aveva davvero creduto, e che ne stesse vivendo un assaggio, nel suo cuore che finalmente riposava in pace. La fede è come una scala ad un solo piolo: basta un gradino, al resto ci pensa Dio, gli avevano detto.
E lui, da quella finestra che dava sul Regno di Dio, poteva fermarsi a contemplarlo, perchè forse il suo cuore se l’era conquistato con la forza, la forza contro l’auto-annichilimento, il buco nero in cui aveva rischiato di cadere. Ora sapeva che, finalmente, poteva stare tranquillo, addormentato sulle braccia di Dio.