La speranza dei giovani

PAROLA DEL GIORNO

Liturgia della Parola del 25/04/2018

1 Pt 5,5b-14; Mc 16,15-20

Lungi dall’essere una teologa, mi permetto di far risuonare in una eco personale e giovanile queste parole di speranza per i giovani. Nella prima lettura, San Pietro, come un padre premuroso, primo Pontifex, ossia colui che “crea ponti” tra Dio e l’uomo, oppure anche se vogliamo Papa, (dal lat. Pater Patrum, padre dei padri), rassicura i suoi figli spirituali sparsi nelle varie chiese nascenti, nella perseveranza nell’umiltà e nella sopportazione. Come diceva anche molto più tardi Santa Teresa D’Avila, la pazienza ottiene tutto e chi ha Dio non manca di nulla, Pietro rassicura i suoi mettendoli in guardia dalle tribolazioni cui il cristiano va incontro, che, se vissute con umiltà rafforzano e glorificano nella perseveranza umile e sincera della fede.
Li mette in guardia anche dall’azione del maligno che però, ci dice Gesù, è vinto, dal momento in cui dopo la sua morte, da esso causata, per la cui invidia, nel mondo entrarono il peccato e la morte, Egli ha trionfato risorgendo ed è salito in Cielo esortando ad annunciare la Buona Novella ad ogni creatura. Qual più buona novella se non che il Figlio di Dio, sceso sulla terra e morto per amore ha vinto la morte e ci prepara un posto in Cielo? Poiché il Suo nome è salvezza e chi crede in lui avrà la vita eterna e potrà contrastare tutto il male che troverà sulla sua strada, compreso quello causato dal demonio. Gesù ascende al Cielo sotto gli occhi stupiti dei Dodici che, forti della Risurrezione di Gesù e della sua Provvidenza trionfante in cielo, pieni di entusiasmo e coscienti delle difficoltà, sono pieni di Spirito Santo che è l’amore tra il Padre e il Figlio, che ora vive in loro e cancella dal loro cuore ogni paura, perfino quella della morte, perché Cristo è veramente risorto e dirà loro, nelle tribolazioni, nel lungo percorso della vita: “Eccoio sono con voi tutti i giornifino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

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